Una cartolina da Campiglia dei Berici con sorpresa!
Il titolo potrebbe stuzzicare curiosità, alimentata dalle bellissime immagini delle cartoline antiche di Campiglia dei Berici: il Comune del basso vicentino compreso tra Colli Euganei e Monti Berici, tra ampie distese di terre coltivate e canali di irrigazione, tra vitigni e antiche case di campagna.
Tuttavia non mi concentrerò sui particolari dell’immagine della chiesa evangelica a Campiglia dei Berici, secondo alcuni ritenuta la prima edificata in Italia, ma analizzerò un anacronismo legato alla sua pubblicazione.
Un fotografo e la sua macchina del tempo a Campiglia dei Berici
Immaginate la possibilità di percorrere vari periodi della storia locale, manovrando strani ingranaggi, regolando un datario collegato a un vecchio motore, tra alambicchi e sfiati sbuffanti, ma restando comodamente seduti su una poltroncina in pelle.
Ora pensate alla regolazione del giorno, del mese, dell’anno e del luogo dove apparire con la potente macchina del tempo per ritrovare eventi del passato, dei quali siete a conoscenza grazie alla lettura dei libri di storia.
Arrivati a destinazione, sfoderate la vostra macchina fotografica e impressionate l’emulsione applicata sulla lastra di vetro con l’immagine dell’istante da voi scelto.
Deve aver viaggiato nel tempo anche il fotografo, purtroppo sconosciuto nel momento in cui scrivo, perché la modalità di stampa della cartolina non coincide con l’anno dell’inaugurazione della chiesa evangelica a Campiglia.
Escluso l’errore di stampa, cosa è andato storto?
E’ ovvio pensare ai viaggi nel tempo a una fantasticheria, come nel nostro caso, ma allora perché la data di stampa non coinciderebbe con l’anno d’inaugurazione dell’edificio religioso?
Andiamo con ordine e entriamo nel dettaglio analizzando il periodo di pubblicazione della cartolina antica, opera della Zincografia Veneta, la quale aveva sede a Venezia.
Osservate il retro della cartolina: fino al 1906 la stampa in uso dagli editori non presentava la tipica linea che tuttora divide lo spazio destinato al messaggio da quello riservato all’indirizzo.
La chiesa a Campiglia dei Berici, però, fu inaugurata il 15 agosto del 1908, come riporta la didascalia e come confermerebbero le cronache dell’epoca.
Scartata quindi la romantica ipotesi della macchina del tempo, grazie alla quale l’anonimo fotografo avrebbe viaggiato almeno un paio di anni nel futuro, la soluzione all’enigma sulla comparazione delle date è piuttosto scontata.
In sostanza, furono recuperate le rimanenze dei vecchi cartoncini postali, ancora intonsi e dal retro non diviso, perché in esubero o semplicemente per risparmiare sui costi di produzione.
In realtà accadeva con una certa frequenza l’esatto contrario: gli editori del primo Novecento utilizzavano vecchie immagini, alcune risalenti addirittura agli ultimi anni dell’Ottocento, pur avendo a disposizione i mezzi necessari allo sviluppo del materiale fotografico.
Crollano certezze
Se quanto analizzato sopra fosse l’eccezione alla regola, come identificare con sicurezza la datazione di una cartolina antica?
La tematica è stata spesso affrontata negli articoli presenti sul sito e particolarmente descritta nella pagina dedicata all’identificazione e datazione della cartolina postale.
Se realmente la consuetudine o addirittura l’obbligo di stampa della linea verticale di demarcazione sul retro iniziò la sua diffusione tra il 1905 e il 1906, come aver certezza sulla datazione in mancanza di altri dettagli storici?
Non è di aiuto neppure il timbro postale, qualora la cartolina risultasse spedita, perché l’immagine potrebbe essere stata prelevata da un archivio più antico rispetto alla pubblicazione e al suo viaggio postale.
L’esperienza e a volte un pizzico di fortuna aiutano nella datazione della cartolina d’epoca, come nel caso della chiesa evangelica a Campiglia dei Berici, “smascherata” grazie anche alla didascalia presente al piede.
Altre importanti cartoline di Campiglia dei Berici
Tra le rarità postali di Campiglia dei Berici, pubblicate e poco diffuse agli inizi del Novecento, si possono trovare e acquistare online, nelle fiere o nei mercatini dell’antiquariato, anche le vedute della bellissima Villa Repeta Bressan in origine progettata da Andrea Palladio.
Dell’antica dimora ideata dal noto Architetto non è rimasta traccia; l’unica testimonianza della sua presenza sul territorio è osservabile nei disegni e nei testi descritti nel trattato “I Quattro Libri dell’Architettura”.
La nuova costruzione, tuttora visibile, avvenne in seguito a un incendio divampato tra il 1640 e il 1672, ma differisce dal disegno originale (maggiori dettagli sono pubblicati sul sito Tutto Berici, gestito dall’amico Fabio Zuffellato).
I committenti della perduta villa palladiana e del seicentesco edificio, eretto sulle ceneri del precedente, furono proprio i nobili appartenenti al casato Repeta.
Le personalità della secolare famiglia ebbero grande impatto nella storia di Campiglia, contribuendo alla crescita del territorio e distinguendosi nel campo della cultura e nell’arte della guerra, soprattutto durante il dominio della Serenissima Repubblica.
E non stupisce affatto pensare alla partecipazione di alcuni loro esponenti durante l’inaugurazione della chiesa evangelica a Campiglia, immortalati da uno sconosciuto ma capace fotografo d’altri tempi.