Colli Berici: verdi panorami che incantano!

Il comprensorio dei Colli Berici sorge su un’area di rilievi dolcemente frastagliati e caratterizzati da una composizione geo-morfologica marina.
Tale origine è confermata dal ritrovamento di numerosi organismi fossili nei substrati rocciosi e nei sedimenti calcarei.
L’ambiente dei Colli Berici offre risorse di notevole pregio, promosse da associazioni culturali allo scopo di far riscoprire le tradizioni e le prelibatezze del vicentino.
Caratterizzati da una natura pressoché incontaminata, i Monti Berici (denominazione preferita dagli studiosi per le qualità morfologiche del luogo) affascinano per alcuni suggestivi scorci contraddistinti da un’erosione millenaria che corre a strapiombo sulla pianura, nonché per i numerosi interventi di architettura presenti in molti comuni del territorio.
Colli Berici e territorio circostante
L’area si estende da Monte Berico fino alla dorsale che conduce a sud della provincia, attraverso Longare, Barbarano, Nanto, Castegnero, Orgiano e, infine, Noventa Vicentina.
Il versante occidentale è costituito dalla modesta collina di Altavilla Vicentina e Valmarana e dai comuni di Brendola, Grancona, Sarego, Lonigo e Alonte.
Salendo oltre il Santuario di Monte Berico e il Museo del Risorgimento si arriva nel comune di Arcugnano, con le località Perarolo e San Gottardo.
Alle porte di Vicenza, percorrendo la Riviera Berica, è possibile ammirare su una lieve altura Villa Capra, comunemente conosciuta come La Rotonda, maestosa e suggestiva opera di Andrea Palladio che vanta innumerevoli tentativi di copia in tutto il mondo.
Nelle immediate vicinanze incontriamo Villa Valmarana ai Nani, conosciuta sia per le sculture in pietra dei nani collocate lungo la cinta muraria che delimita il parco, sia per gli affreschi di Giambattista e Giandomenico Tiepolo.

Toponimi e cenni storici dei Comuni
Proseguendo lungo la Riviera Berica si arriva alle frazioni di Campedello e Santa Croce Bigolina e alla strada del Tormeno che conduce a Torri di Arcugnano e Fimon, località conosciuta per l’omonimo lago.
Questo percorso conduce a paesi dalla storia antichissima, tra naturali anfratti e grotte (chiamate covoli) dove sono state rinvenute tracce dell’uomo paleolitico.
Colpisce in tal senso il toponimo Costozza, derivante probabilmente dal termine “custodia”, riferito alle grotte scavate nel monte, un tempo destinate alla conservazione di generi alimentari.

Costozza ha conosciuto un’epoca di massimo splendore sotto il dominio della Serenissima, divenendo fulcro commerciale grazie alla pietra bianca, ancora oggi sfruttata dall’artigianato locale.
Tra le opere qui presenti, particolare fascino offre la Pieve di San Mauro Abate, costruita dai monaci benedettini e ricostruita su progetto dell’architetto Muttoni, verso le fine del XVII secolo.
Anche la vicina frazione di Lumignano vanta diverse aperture carsiche lungo il costone del colle.
Qui vale la pena ricordare la Grotta del Broion dove negli anni ’50 sono state rinvenute numerose tracce della presenza dell’uomo di Neanderthal.
Le cavità nel comprensorio dei Monti Berici avevano funzione di conservazione dei cibi, ma non solo: studi recenti dimostrano che tali anfratti svolgevano anche la funzione di carcere.
A Lumignano si trova anche l’eremo di San Cassiano: un edificio e un luogo mistico risalente all’XI secolo incassato nella roccia.
Panorama dei Colli Berici
Una selezione di immagini proveniente da alcune cartoline d’epoca recuperate sui banchi dei mercatini dell’antiquariato.
Proseguendo verso sud incontriamo altri comuni e frazioni vicine a Lumignano, precisamente: Castegnero, Nanto, Mossano e Barbarano Vicentino.
La limitrofa frazione di Castegnero ha vissuto la dominazione Longobarda; a testimonianza della sua presenza, si trova la parrocchiale dedicata a San Giorgio martire.
Le origini del toponimo, invece, sono piuttosto incerte.
Il termine Castegnero pare derivi dal latino, per la numerosa presenza di piante di castagno introdotte nel territorio in epoca romana.
Testimonianze dell’era paleolitica sono state rinvenute anche a Mossano nella grotta di San Bernardino: si tratta di tracce antichissime, che risalgono risalenti a circa 200.000 anni fa.
La grotta deve il suo nome all’eremitaggio del Santo francescano (San Bernardino, appunto), insediatosi nel comprensorio dei Monti Berici nel 1423.

Mossano è anche custode delle “prigioni”, un antico palazzo scavato nella roccia, le cui origini sono tuttora dubbie.
Alcune sue cavità naturali vennero sfruttate per realizzare ambienti con porte e finestre e ancora oggi è possibile osservare un’imponente loggia a cinque pilastri.
Passando oltre e sfiorando le dolci pendici dei Berici si raggiunge Sossano ed Orgiano.
Quest’ultimo si estende per una vasta area che include il verde parco dell’imponente Villa Fracanzan Piovene, costruita su progetto dell’architetto Muttoni nel 1710 circa.
La Villa lambisce parte del suo giardino con la barchessa monumentale, un lungo portico dove oggi risiede il museo del lavoro agricolo.
Comuni limitrofi
Risalendo il versante opposto e lasciandosi alle spalle Orgiano, si giunge ad Alonte e nei pressi di Lonigo, noto per la centenaria fiera che ancora oggi si svolge.
L’antico territorio di Lonigo è teatro di scontri e invasioni degli Ungari, nell’XI secolo, costringendo le popolazioni a rifugiarsi altrove.
In località collinare, dove oggi sorge il Duomo, i cittadini edificarono un castello che venne distrutto solo nel 1511, in seguito alle scorrerie dell’esercito veneziano.
Il territorio offre comunque alcune strutture architettoniche di notevole pregio, come Villa Giovannelli, Rocca Pisana, il Duomo, il Torrione e il campanile della Chiesa Vecchia.
Uscendo dal comune di Lonigo ed imboccando la strada provinciale si attraversa Sarego con le frazioni di Meledo e Monticello di Fara, località conosciute per il recente ritrovamento di alcuni cocci di vasellame risalenti al periodo pre-romano.
Il giro sui Colli Berici termina risalendo Brendola, un luogo antico come testimoniano i reperti archeologici portati alla luce da diversi scavi.
Tra i più significativi è bene ricordare il ritrovamento di una tomba di epoca romana e una strada risalente al neolitico (1995, località Soastene).
Luoghi ritrovati del comprensorio dei Colli Berici
Uscendo dal comprensorio o quasi
Se il pensiero del vicino casello autostradale e della zona industriale vi mette a disagio, concedetevi del tempo per visitare Grancona e i paesi limitrofi, fino a Villa Del Ferro.
L’itinerario, anche se percorso in auto, non deluderà, grazie all’incantevole paesaggio davanti alla vista e che conduce in un sali-scendi verso le zone più interne e nascoste, offrendo una valida alternativa alla strada trafficata.
Un territorio, quello dei Colli Berici, che accoglie paesi, ognuno con una propria identità e una propria storia.
Un nugolo di luoghi magistralmente intrecciati in borghi, casolari, cortili, sentieri e anfratti scavati nella roccia, che merita ancora oggi di essere vissuto, conosciuto e condiviso.
Un luogo unico, ritratto in alcune fotografie e cartoline d’epoca, grazie alle quali possiamo ancor oggi riscoprire gli antichi usi e costumi del vicentino.