Centro Storico

Le vicende legate al Ponte degli Angeli

Ponte degli Angeli a Vicenza in una cartolina postale dei primi anni cinquanta

Percorrendo Corso Palladio fino all’attuale Piazza Matteotti e all’antico territorio dove ha sede il Teatro Olimpico si giunge al Ponte degli Angeli, struttura dalle antiche origini che collega due importanti aree cittadine divise dal Bacchiglione.

Il fiume attraversa il territorio delimitato da Piazza dell’Isola (odierna Piazza Matteotti), Viale del Macello (Via Giuriolo) e la Corte dei Roda, sull’altra sponda.

Ad unire l’area con il Corso Padova, ubicato a Sud-Est della città, c’è un ponte di origine romana detto “degli Angeli”, più volte ricostruito e rimodernato.

Il progetto di Andrea Palladio per il Ponte degli Angeli

Il Ponte degli Angeli fu realizzato in epoca medievale su tre ampie arcate, alle quali fu accostato un quarto elemento per agevolare il defluire delle acque; tale elemento fu progettato e proposto dall’architetto Andrea Palladio nell’anno 1561.

Per la realizzazione venne utilizzata la stessa pietra bianca destinata alle logge del Palazzo della Ragione, che all’epoca fu un grande cantiere.

La successiva espansione del ponte con una quarta arcata non fu però sufficiente ad evitare il crollo della struttura, che cedette a causa della violenta alluvione del 1882.

Per nulla rassegnata, Vicenza dedicò sforzi e denari per la ricostruzione del ponte, realizzando una struttura in ferro dall’apparenza esile e piuttosto spartana.

Il Ponte degli Angeli conobbe ulteriore e ultima ricostruzione negli anni Cinquanta per opera dell’architetto Giuseppe Chemello, su progetto di un’unica campata portante in cemento armato.

Antico Ponte degli Angeli, 1880 circa
Ponte degli Angeli in una cartolina d’epoca agli inizi del 1900. L’immagine utilizzata dall’editore è antecedente al 1882, anno dell’alluvione che danneggiò il ponte.

Origine del toponimo

All’antico ponte venne attribuito il nome “degli Angeli” per la vicina presenza della chiesa di Santa Maria degli Angeli, oggi scomparsa.

La struttura religiosa – custode di preziosi dipinti della Beata Vergine ritratta insieme ad una moltitudine di angeli – si affacciava sulla sponda del fiume Bacchiglione, all’imbocco dell’attuale Largo Goethe, dove oggi spicca il monumento ai Bersaglieri d’Italia.

La chiesa di Santa Maria degli Angeli, sconsacrata sul finire del 1700, fu ricovero francese durante il periodo napoleonico (“Campagna d’Italia”) e rifugio per le truppe militari austriache nel periodo Risorgimentale.

Divenuta in parte magazzino assieme ad altri locali convertiti poi in abitazioni private, l’antica chiesa di Santa Maria degli Angeli (1453) conobbe un lento declino e, infine, venne demolita nel 1880.

Chiesa di Santa Maria - Ponte Degli Angeli
Disegno della chiesa in stile barocco di Santa Maria degli Angeli, attribuito a Giuseppe Marchi, artefice della ristrutturazione nel 1726. Immagine estratta dal libro “La memoria delle Acque Vicentine” dell’autore Antonio Di Lorenzo (edizioni Terra Ferma). Il disegno originale è conservato presso la Biblioteca Civica Bertoliana.

Attraversando Ponte degli Angeli

Si giunge in una piazzetta di modeste dimensioni: si tratta di Piazza XX Settembre, antico fulcro commerciale e principale snodo del traffico cittadino.

Circondata da antiche case e palazzi, la piazzetta dirama in vie secondarie, conducendo il visitatore in ambienti sacri e silenziosi dove facile è immergersi in un’atmosfera medievale, tra i resti dell’antica cinta muraria.

La piazza deve il suo nome all’evento che sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia, avvenuta, appunto, il 20 settembre 1870.

In un contesto fortemente religioso, con oratori, chiese e cappelle che fanno da cornice all’area circostante, sorge l’antica contra’ San Pietro, così battezzata per la vicinanza con l’omonima chiesa dedicata al Santo.

La struttura religiosa incorpora entro le sue mura l’antico Oratorio “Dei Boccalotti”, opera attribuita a Zanino de Boccali, così soprannominato per la sua attività artigianale di costruttore di boccali in terracotta.

Costruito e voluto dalla fraglia dei Battuti nel 1409, l’Oratorio conserva pitture murali di notevole pregio, oltre ad una composizione scultorea in pietra della Madonna con Bambino.

Dalla Piazza XX Settembre si dirama una via secondaria che conduce al Borgo e alla Porta di Santa Lucia, zona caratterizzata da alte mura scaligere.

All’imbocco della Contra’ Santa Lucia, di fronte al Ponte degli Angeli, si erge il magnifico palazzo rinascimentale Angaran opera dell’Architetto Formenton, unico esempio a Vicenza di portico continuo su due facciate.

ponte degli angeli - palazzo angaran
Palazzo Angaran. Cartolina primi anni ’80 Ed. DL Cavazzale

Percorrendo il tratto che separa Palazzo Angaran dalla riva del Bacchiglione si imbocca contrada Torretti, angusta strada su cui si affacciano architetture appartenenti a stili ed epoche diverse.

Sulla curva a gomito, costruita sull’argine del fiume, si affaccia la sede della Croce Rossa di Vicenza, pregiato edificio dalle tipiche linee del primo ‘900.

Un tempo andirivieni di personaggi a Villa Lola, casa di tolleranza in Via Torretti, il percorso è sacrificato dal traffico urbano motorizzato in unica direzione, a causa del senso di marcia obbligatorio.

Lungo il tragitto è possibile incontrare viuzze laterali e slarghi come la Corte del Lotto e la Stradella Degli Orbi, percorribili a piedi.

Infine, al termine della Contrada, uno spiazzo accoglie l’antica Chiesa Santa Maria in Araceli, notevole esempio di eleganza architettonica la cui datazione si attesta attorno al 1244.

Altro edificio di interesse sulla Piazza XX Settembre è Palazzo Bonaguro (architetto Francesco Zigiotti, 1796), struttura dallo stile neoclassico costruita tra contra’ Santa Lucia e Via 4 Novembre e situata quasi di fronte al Ponte degli Angeli.

Quest’ultima zona periferica di Vicenza raccoglie case e palazzi realizzati in stili molto diversi tra loro, in un miscuglio caratterizzato da contemporaneità e passato.

Lungo Via 4 Novembre incontriamo invece l’istituto Suore Maestre di Santa Dorotea, fondato nel 1836 per volere di Monsignore Giovanni Antonio Farina; infine, allo sbocco con l’incrocio di Viale Gallieno, il Provveditorato agli studi di Vicenza e l’Istituto Tecnico Industriale Alessandro Rossi.

“Trasteverini” a Ponte degli Angeli

Altra zona di interesse storico è l’argine del Bacchiglione nell’area che si estende da contra’ San Pietro fino a Via Nazario Sauro con l’antica Corte dei Roda, sede delle filande e delle concerie collegate al fiume.

La zona, un tempo caratterizzata da alte fabbriche dotate di stenditoio, è stata in seguito trasformata in complesso residenziale.

Vicenza, la Corte dei Roda
Il complesso delle antiche fabbriche nella Corte dei Roda, oggi ambienti rimodernati e convertiti in residenze ed uffici.

Procedendo si giunge alla passerella in ferro che collega l’argine con quello opposto di Via Giuriolo, dove si affaccia la struttura del vecchio Macello di Vicenza, ancora in attesa di restauro.

Nei pressi, dove la strada s’incurva, incontriamo la scuola di fine Ottocento, che porta il nome dell’illustre scrittore vicentino Antonio Fogazzaro ed alcune residenze dello stesso periodo, celate da giardini con alberi ad alto fusto.

Vanno ricordate, a tal proposito, Villa Piovene e Villa Morseletto.

Edifici e Palazzi Storici


Proseguendo incontriamo anche il quartiere San Pietro, storicamente conosciuto come quartiere “Trastevere”.

Il toponimo fu attribuito al quartiere di Vicenza attorno al 1891 dai padri fondatori Cevese e Colain, promotori della nuova toponomastica del borgo.

Questo episodio causò accesi dibattiti e appassionate proteste di alcuni borghigiani e “lavandare” (solite a pulir panni sotto il Ponte degli Angeli), che si opposero al passaggio del toponimo da Piazza degli Angeli a Piazza XX Settembre (così nominata in occasione della Presa di Roma, avvenuta nel 1870).

Nonostante le polemiche, la mozione dei “repubblicani” fu approvata e venne indetto il giorno dell’inaugurazione (25 ottobre 1891).

Sapientemente organizzata dai comitati promotori, l’iniziativa divenne festa memorabile e si protrasse fino all’alba, con accompagnamento di fanfare e fuochi d’artificio.

Tra le condizioni dell’operazione si poneva l’obbligo di circoscrivere l’area “Repubblica di Trastevere” con il fiume Bacchiglione, elemento separatore del territorio.

Intento a rimuginare sugli ambienti di Roma-città eterna, Antonio Colain così formulava le sue riflessioni:

“Il Trasteverino coi suoi costumi! Col suo fiume glorioso! Quante memorie ha anche questo fiume! Ed anche il nostro bacchiglione gli ha i suoi fasti,peccato non abbia più il suo arco romano; ma così abbiamo il Tevere senza le piene. Mi piace dargli questo nome, chi sa che forse i nostri trasteverini non diventino famosi.”

Da “Biografia di un Quartiere” di Emilio Franzina
Edizioni Libreria G. Traverso.

Contra’ XX Settembre, direzione Porta Padova

L’ultimo percorso, infine, conduce in Corso Padova, all’ingresso della porta scaligera abbattuta nel 1910 per esigenze urbanistiche.

Tale Corso oggi s’inoltra fino al cavalcavia di Viale della Pace, interrotto solo dalla linea ferroviaria che ne segna il confine.

Prendendo l’ultima diramazione ad est di Vicenza, da Ponte degli Angeli e da Piazza XX Settembre ci si immette nell’omonima Contra’ caratterizzata da molti edifici storici.

Il primo gioiello architettonico che si incontra, a pochi metri dall’imbocco della Contrada, è Palazzo Regaù, dallo stile tardo gotico veneziano.

Eretto nella metà del 1400 da Gasparo Monza, l’edificio conobbe un periodo di degrado verso la fine del 1800, divenendo perfino un dormitorio pubblico.

Poco oltre, a far da spartiacque tra Via San Domenico e Corso Padova incontriamo Palazzo Franco, eretto nel 1830 su disegno di Antonio Piovene.

Vicenza, serie Ponte degli Angeli foto palazzo regaù
Palazzo Regaù in Contra’ XX Settembre.

Proseguendo ancora a levante, in un susseguirsi di portici antichi e moderni, dimore private e attività commerciali, si giunge all’incrocio con Via Legione Gallieno, ultima demarcazione con accesso alla città da Porta Padova, oggi scomparsa.

Oltre l’incrocio, sulla sinistra, si giunge alla Chiesa di San Giuliano, edificata sopra vecchie costruzioni e portata a compimento nel 1693.

La chiesa vanta un meraviglioso stemma della municipalità di Vicenza, per opera dello scultore Pietro Cavaliere; al suo interno è possibile ammirare altari di rara bellezza e fattura e ben 14 dipinti della Via Crucis, realizzati dall’artista Costantino Pasqualotto.

Di origini molto più antiche è l’ospedale per mendicanti e pellegrini annesso alla chiesa, e costruito per volere delle monache benedettine di San Pietro intorno al 1300.

Panoramiche e vedute d’insieme

Ponte degli Angeli nelle foto e nelle cartoline d’epoca

Il percorso descritto (Ponte degli Angeli – Piazza XX Settembre e diramazioni) riserva sorprese se condotto con scrupolo ed un pizzico di curiosità.

Sono molti, infatti, gli stretti cunicoli, le “corti scònte” e i passaggi che aprono alla vista nuovi scenari sconosciuti agli stessi vicentini.

E’ chiaro che diverse aree sono destinate ad uso privato e quindi ne è vietato l’accesso, ma vi sarà sufficiente dare anche solo un’occhiata per scorgere molti angoli nascosti di Vicenza.

Questi antichi borghi vicentini sono stati ripresi e stampati su cartolina da diversi editori dell’epoca; saperlo rinfranca, perché consente di appurare i cambiamenti urbanistici fuori dal classicismo palladiano, così spesso ricercato dal turista contemporaneo.

In questa pagina troverete una galleria di immagini delle cartoline da collezione dove è possibile ammirare, oltre al già menzionato Ponte degli Angeli, anche i mutamenti nel territorio e nella vita quotidiana.

Una vita ricca di valori semplici e gentili, sostituita dall’inesorabile incedere della “modernità”, che scorre come l’acqua sotto i ponti, portando tutto via con sé.


Bibliografia, Approfondimenti e letture consigliate:

Biografia di un quartiere, il “Trastevere” di Vicenza (1891-1925)Emilio Franzina, Edizioni libreria G. Traverso

La Memoria delle Acque VicentineAntonio Di Lorenzo, Edizioni TerraFerma.

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