Le cartoline da collezione più belle e rare di Vicenza
Quanti sono gli appassionati custodi di antiche memorie, ai quali capita di riorganizzare con frequenza l’archivio delle fotografie e delle cartoline da collezione?
Probabilmente la domanda rimarrà senza risposta, in quanto credo sia impossibile, statisticamente parlando, avere una cifra precisa di quei collezionisti che provvedono a rivoluzionare, con abili spostamenti, le pagine del raccoglitore di cartoline postali per “incastrare” l’ultimo esemplare trovato.
Manie? Così potrebbe sembrare. In realtà è il tentativo di creare una suddivisione tematica di tutto il materiale acquistato nei siti di vendite online o sui banchi dei mercatini dell’antiquariato.
Neppure io rinuncio alla raccolta e allo smistamento metodico della “corrispondenza d’epoca”, come farebbe un vero postino.
I miei interventi di sistemazione, quindi, si ripetono ciclicamente, come un mantra, ogni volta che recupero nuovo (si fa per dire) materiale da aggiungere alle mie cartoline da collezione.
Così, sfogliando le pagine degli album suddivisi per tematica, ho pensato di selezionare gli esemplari più rari e belli della mia amata collezione, passarli allo scanner e pubblicarli online in questo articolo.
Le rarità postali nelle cartoline da collezione
Chiunque non sia avvezzo alla ricerca delle cartoline da collezione avrà sicuramente difficoltà nel distinguere i “pezzi forti” da quei cartoncini postali piuttosto comuni.
Molti appassionati, infatti, acquistano oggetti d’epoca in base ai propri gusti personali purché risveglino emozioni o nostalgie passate.
Nulla di sbagliato. Anzi, penso sia l’approccio migliore per coloro che si avvicinano al mondo del collezionismo.
Io persisto tuttora con questa modalità; prediligendo un’illustrazione o una fotografia indipendentemente dalla sua reperibilità sul mercato.
Scovare il “pezzo unico” o comunque difficilmente reperibile, è impresa assai ardua. Manca, infatti, un catalogo tutto “vicentino” in grado di offrire stime e valutazioni.
I motivi di una mancata pubblicazione possono essere così riassunti:
- Il materiale cartaceo, fotografico e tipografico sulla storia di Vicenza è talmente vasto e spesso sconosciuto persino agli esperti in materia da essere impossibile organizzare uno o più volumi.
- Spesso le fotografie di inizio Novecento venivano sviluppate su cartoncino postale per essere inviate ad amici e conoscenti, pertanto il numero delle copie risulta essere molto limitato e difficilmente quantificabile in denaro.
Prestate attenzione alle quotazioni delle inserzioni online: i siti e le pagine web non gestite da professionisti del settore non sempre sono uno strumento attendibile per quantificare il valore di ogni singola cartolina postale.
Ma in aiuto alla sete di conoscenza sulla storia postale illustrata di Vicenza arrivano importanti libri, come quelli realizzati dagli amici collezionisti di cartoline e di memorie Antonio Rossato e Walter Stefani.
La loro incessante ricerca ha contribuito a diffondere in terra Berica e oltre i confini della provincia un argomento tanto affascinante quanto imprescindibile: la cartolina d’epoca di Vicenza.
Nonostante i volumi pubblicati finora non risultino essere un valido strumento per quantificare economicamente il valore di una cartolina da collezione, ci permettono di documentare il passato della nostra bella città e di scegliere quell’esemplare da ricercare nei vari mercatini dell’antiquariato.
Una breve panoramica sulle cartoline da collezione di Vicenza più belle e difficili da rintracciare
Iniziamo il viaggio nella città antica, presentando alcune cartoline davvero difficili da trovare.
La galleria di immagini che segue, però, non vuole sostituirsi a una classifica, penalizzando così le cartoline da collezione presenti in fondo alla selezione perché meno significative.
Procedo, quindi, senza un preciso ordine, segnalando al lettore gli esemplari rari da quelli (quasi) impossibili da scoprire.
Saluti da Vicenza
Quale miglior scelta adottare per introdurre una galleria di immagini d’epoca in un articolo che vorrebbe, senza troppe pretese, divulgare il fascino antico di un territorio?
Un’idea semplice, spontanea e forse un po’ ovvia, parrebbe poggiare su una tematica a me tanto cara.
Ecco dunque i “saluti” degli amici, dei conoscenti e dei parenti, dispensati sin dagli esordi della cartolina postale e fonte di ispirazione per il titolo di questo progetto online.
Certamente la bella cartolina postale “Saluti da Vicenza”, accompagnata da una seducente modella e da un’illustrazione che rappresenta un immaginario e bucolico panorama, ricorda le origini del fenomeno Art Nouveau, che iniziò a diffondersi in Italia nel 1902 con il termine “Liberty”.
Pur essendo i saluti una tematica assai diffusa e sfruttata per la realizzazione di cartoline postali, l’esemplare sopra pubblicato risulta essere piuttosto difficile da trovare.
I mercati, la nostra gente
Ai collezionisti e agli appassionati del passato locale piace molto il tema degli antichi mestieri e in particolar modo piacciono i mercati che si tenevano sulle piazze cittadine.
Piacciono per la spontaneità dei personaggi intenti a sistemare la mercanzia o mentre procedono alla vendita dei prodotti; indifferenti o addirittura ignari della presenza dell’obiettivo fotografico.
Nella selezione delle rare cartoline da collezione compaiono donne chine sulle cassette degli ortaggi, popolane dal volto segnato dalla fatica e dal sole, come l’erbivendola di passaggio sulla Piazza Matteotti, mentre trasporta due cesti colmi di verdure.
Il fotografo al lavoro per l’editore Luigi Chiovato incrocia sul Ponte degli Angeli, forse casualmente, tre giovani donne con capienti vimini svuotati della mercanzia.
Le accompagna un giovanotto non molto convinto dalla presenza dell’uomo, che dietro al moderno marchingegno si accinge a scattare l’immagine fotografica.
Un altro ragazzino posa nei pressi del mercato in Piazza Erbe: gambe leggermente divaricate e pugni lungo i fianchi. Forse un provocatore, forse un gesto di stizza nei confronti dell’autore della foto.
Nel frattempo le donne iniziano a sbaraccare i prodotti esposti sui banchi del mercato prossimo alla chiusura giornaliera.
Tram e altri mezzi di trasporto
Un altro tema molto caro e ricercato dai collezionisti di cartoline è quello dedicato ai mezzi di locomozione, trasporto merci o persone.
Sarà il fascino delle motrici a vapore e dei primi veicoli elettrici su rotaia a stimolare l’interesse degli appassionati o la soddisfazione nel possedere le rarità non accessibili ad altri?
Credo la risposta stia nel mezzo, nonostante vi siano molti collezionisti di fotografie e cartoline d’epoca disponibili ad investire cifre importanti per i loro acquisti.
Si pensi, ad esempio, alle cartoline da collezione numerate e stampate in tiratura limitata, come quella realizzata nel maggio 1910 per commemorare l’inaugurazione del primo tram elettrico a Vicenza.
La Rua di Vicenza nelle cartoline da collezione
Chiunque abbia intenzione di avvicinarsi al mondo del collezionismo cartaceo di Vicenza, non dovrebbe rinunciare all’incredibile serie di cartoline postali dedicate allo storico corteo della Rua.
Perché?
Perché, nonostante le processioni e le feste in piazza siano tuttora apprezzate dai vicentini, le carte fotografiche patinate dal tempo, i documenti e le antiche cartoline che raccontano e ritraggono l’imponente marchingegno non solo suscitano grande fascino, ma sono, soprattutto, importanti testimonianze del nostro passato sociale e culturale.
Particolarmente interessante è il passaggio che avvenne tra Ottocento e Novecento, quando gradualmente sfumò il senso religioso della manifestazione.
Fu un momento cruciale per Vicenza, in quanto anche la municipalità dovette cedere alle pressioni della borghesia per lasciare spazio ad altro tipo di spettacoli.
Così, il 1896 concluse il Giro della Rua, che a fatica venne ripreso cinque anni dopo grazie all’intervento della benemerita società Berga.
Preziosa testimonianza del periodo è una bella e rara cartolina postale emessa nel 1901, mentre la Rua esce da contra’ Vescovado per raggiungere Piazza Castello, dove i forzuti portantini troveranno temporaneo riposo per le stanche membra.
La fotografia, in realtà, risale al lontano 1896 e solo in seguito fu riprodotta dall’editore Luigi Chiovato per ricordare la manifestazione del primo Novecento.
Naturalmente esiste un’ampia raccolta di immagini d’epoca, note e meno note, dedicate allo storico Giro della Rua di Vicenza: è possibile ammirarne alcune visitando la pagina dedicato all’evento pubblicata nel sito.
Altre immagini estratte da rare cartoline da collezione
Non potendo suddividere tutte le tematiche presenti nell’archivio, ho scelto di raccogliere le rarità più belle in un unica galleria di immagini.
Il risultato è una miscela di luoghi conosciuti, ma radicalmente trasformati dal progresso urbano; di edifici scomparsi e più volte documentati nei testi specialistici, ma ripresi da un punto di vista insolito o valorizzati dalla presenza di qualche passante.
Spesso ingombrante e evitata dai fotografi, che con gesto brusco della mano scacciano quei pedoni centrati dall’obiettivo, la figura umana è, in realtà, una preziosa testimonianza sugli usi e costumi del tempo.
Ecco, quindi, apparire l’uomo elegante o il paesano dal cappellaccio calcato in testa, la distinta nobildonna o la massaia indaffarata, il ragazzino timido o il monellaccio curioso, la lavandaia china sulle sponde del fiume o il carrettiere addetto al trasporto delle merci.
Questi o altri personaggi, presenti singolarmente o a gruppi, sono diventati elementi caratteristici della cartolina postale; diversamente comune a tante altre immagini ormai note.
Le introvabili
Grazie al progresso e alle tecniche dello sviluppo fotografico, s’è pensato fosse buona idea fruttare le magiche emulsioni direttamente sulla superficie del cartoncino postale.
Simile innovazione permise di andare oltre ai convenzionali saluti in cartolina, che per consuetudine erano accompagnati dall’effigie del Regno d’Italia, dal classico panorama cittadino o dall’immancabile edificio storico.
Ma il desiderio di farsi fotografare durante una gita fuori porta o nel compimento di una determinata azione, era appannaggio della classe sociale più abbiente.
Si pensi, ad esempio, ai costi per l’acquisto di una macchina fotografica o alle commissioni da versare per il servizio offerto da un professionista.
Seguiva il processo di sviluppo in camera oscura, tra acidi e materiale fotosensibile, che prevedeva tempi inaccettabili per un visitatore di passaggio in città.
Insomma, chi andava di fretta o non disponeva di denaro sufficiente rimediava l’acquisto di una cartolina postale stampata dalle tipografie del territorio e disponibile nelle edicole a pochi centesimi di lire.
Ma è grazie all’audacia dei primi improvvisati fotografi o degli abili professionisti e ai loro committenti (risparmiatori o con qualche possibilità economica in più) se oggi arrivano, seppure con il contagocce, immagini di un passato dimenticato o perfino sconosciuto.
Ecco dunque ritrovare, tra vecchi ricordi esposti sui banchi dei mercatini dell’antiquariato, le immagini di una giornata trascorsa a pattinare sul ghiaccio o il ricordo di un’estate lontana, vissuta tra i tavoli dell’antica trattoria Alla Villa di Viale San Lazzaro (oggi Osteria Piccolo Piemonte).
Al carosello di immagini aggiungo anche una bella foto ricordo di un gruppo di visitatori giunti a Monte Berico, accompagnati dal grande torpedone FIAT e dal guidatore Pietro Turina, che iniziò la sua lunga carriera come cocchiere, sul finire dell’Ottocento.
Una scelta personale, quella di pubblicare la rarissima foto-cartolina, condivisa pure dal desiderio di citare l’amico Walter Stefani, il quale documenta la storia del Turina e delle sue vetture nell’interessante libro “Vicenza in Vettura”, edito da Agorà Factory nel maggio 2003.
Ma la kermesse delle cartoline da collezione più belle e rare della città di Vicenza non è limitata ai soggetti descritti sopra: mancano, infatti, alcune tematiche difficilmente rintracciabili, che solo tempo, fortuna e pazienza potranno compensare.
Mi è caro concludere le osservazioni sul tema citando un pensiero dell’illustre e Accademico Renato Cevese, il quale trascrisse nei suoi libri:
Il ricordo dei tempi passati suscita sempre nostalgia struggente.
Aveva ragione.