Il Caffè Moresco nelle foto e nelle cartoline d’epoca

Riapre al grande pubblico il moderno Caffè Moresco; ripulito e riqualificato grazie all’impegno degli Alpini della Sezione di Vicenza.
L’evento tanto atteso accade nel grande parco cittadino, chiamato Campo Marzo, dove un tempo sorgeva un magnifico locale dall’architettura elegante e raffinata.
Ho pensato, quindi, un articolo che racconti, seppur brevemente, la travagliata storia dell’edificio ricostruito all’imbocco del Viale Dalmazia.
Ad accompagnare momenti di festa e funesti eventi della seconda guerra, che portarono alla distruzione del Caffè Moresco, saranno una serie di cartoline da collezione.

E’ l’immagine più antica che si conosca dell’elegante edificio che prenderà il nome di Caffè Moresco nel 1911.
Le immagini del Caffè Moresco provengono dalla collezione personale, mentre le informazioni sono reperibili nelle pubblicazioni elencate a fine pagina.
Chi volesse approfondire le vicende dell’antico Caffè Turco (Caffè Moresco), può consultare il Fondo Gonzati presso la Biblioteca Civica, oppure per acquisti frequentare i mercatini dell’antiquariato e dell’usato.
Le origini del Caffè Moresco a Vicenza
L’edificio sul limitare del viale alberato che attraversa Campo Marzo, risale alla ricostruzione del secondo dopo guerra, senza conservare nulla del progetto originale.
Lo si evince osservando lo stile tipico degli anni Cinquanta, ripetuto anche in altri edifici, come la vicina stazione dei treni del 1948, ricostruita su progetto dell’ingegnere Narducci.
Ma concentriamoci sull’antico Caffè Moresco, vero protagonista di questo articolo che spero possa soddisfare la curiosità del lettore.

Il disegno originario è dell’architetto vicentino Giovanni Miglioranza, ma spesso erroneamente attribuito a Bartolomeo Malacarne.
Quest’ultimo grande urbanista del panorama ottocentesco italiano, nonostante abbia partecipato alla realizzazione di altri importanti interventi, non fu artefice del Caffè Moresco .
Probabilmente tale ipotesi è dovuta a uno scambio di personalità.
Bartolomeo Malacarne, infatti, provvide al progetto del lungo viale dei platani che attraversa Campo Marzo; si suppone, pertanto, che qualcuno abbia confuso le due opere.
E non è tutto: seppur riconducibili al lungo periodo dell’occupazione austriaca, le due architetture furono realizzate in momenti e in occasioni diverse.
Il lungo Viale (ricordiamo essere del Malacarne) fu piantumato nel 1816 con Platanus Occidentalis per onorare l’arrivo a Vicenza dell’Imperatore Francesco Primo.
Il Caffè Moresco (Caffè Turco sino al 1911 – anno di inizio della guerra italo-turca) fu concepito dal Miglioranza e inaugurato la sera del 14 luglio 1838.
Il Caffè Moresco nei ricordi e nelle testimonianze dei Vicentini
Come ricordavano il Caffè Moresco quei vicentini vissuti nel periodo precedente ai bombardamenti della seconda guerra mondiale?

Ho fatto alcune ricerche grazie ai testi specialistici e alle guide di Vicenza, che raccolgono informazioni sul parco cittadino.
Interessante è l’osservazione di Renato Cevese, che nel suo “Per Vicenza 1945 – 2008”, testimonia la preferenza dei vicentini per la granatina dello scomparso Caffè Moresco.
Walter Stefani allarga le frequentazioni al gran Caffè in Campo Marzo citando la presenza dei forestieri e dei borghesi che amavano consumare una cioccolata calda nel periodo invernale.
Nelle immediate vicinanze, quasi a ridosso dei tavolini, si teneva l’annuale fiera bovina accompagnata dal vociare degli allevatori, dai muggiti e dagli effluvi del bestiame.
Frequentare il Caffè Moresco durante i giorni di mercato degli animali non era quasi certamente una buona idea.
Emozionante, invece, la domenica mattina, quando la banda municipale si riuniva all’ingresso del locale per esibirsi sopra il palco allestito per le grandi solennità.

Confronto impossibile
Che ne è stato del glorioso Caffè dalla raffinata architettura, ammirabile nelle foto e nelle cartoline d’epoca miracolosamente giunte sino ai nostri giorni?
L’amato luogo d’incontro dei Vicentini subì gravissimi danni sotto i bombardamenti aerei, che iniziarono durante il Natale 1943 e continuarono fino ad aprile 1945, lasciando in frammenti numerosi edifici.
Spariscono così le deliziose ed esili colonnine del Caffè Moresco, i suoi ricchi e variopinti decori, la bella e regolare modanatura, l’elaborata e delicata cornice posta sulla sommità della struttura.
In sostituzione alla leggiadra composizione artistica del Miglioranza, all’uso dei marmi e della pietra di Vicenza, si è provveduto alla costruzione di un fabbricato essenziale, prevalentemente costituito da cemento e calcestruzzo.
Il bianco degli intonaci domina sulla composizione e sul portico, aperto in un largo spazio rettangolare, interrotto solo da due colonne senza capitello e basamento.
Il Caffè Moresco, tuttavia, conserva nel tempo il luogo originario dell’edificio che lo ha preceduto; unica reminiscenza di un romantico passato.
Il Caffè Moresco incontra gli Alpini e torna in salute
Nonostante il confronto tra i due stili architettonici risulti impossibile proprio per la diversità dei progetti realizzati, il Caffè Moresco ricorda il movimento minimalista che tanto ebbe successo negli anni successivi alla sua costruzione.

Ma quale futuro attende il luogo d’incontro e ristoro tanto amato dai vicentini?
Un futuro brillante grazie alla Sezione Alpini di Vicenza, che dopo una lunga burocrazia, ha ottenuto l’approvazione per la riqualificazione.
Provvedere al restauro non è stato semplice in quanto agli Alpini si è presentata una situazione di precarietà e mancanza delle strutture igieniche necessarie.
Ma gli Alpini, com’è noto, non si arrendono di fronte alle difficoltà e hanno lavorato instancabilmente, con entusiasmo e pazienza: le virtù dei forti!
Così rinasce il Caffè Moresco dal fresco candore degli intonaci, dagli impianti idraulici ed elettrici a norma e dai confortevoli ambienti del piano superiore destinati al Consiglio Direttivo dell’Associazione Alpini della Sezione di Vicenza.
Grazie, quindi, al prezioso intervento di recupero e all’insediamento degli Alpini, il moderno Caffè Moresco torna a brillare, restituendo alla città un simbolo caro ai vicentini.

Bibliografia
- Guida di Vicenza di Domenico Bortolan e Sebastiano Rumor, Tipografia Pontificia Vescovile San Giuseppe, 1919.
- Vicenza nella sua toponomastica stradale, Giambattista Giarolli, edizioni tipografiche Istituto San Gaetano – Vicenza, 1955 (prima edizione).
- Quattro passi in Campo Marzo, Giampaolo Vajenti – introduzione di Walter Stefani, ed. Caratti & Poletto/united Creative Group, dicembre 1994.