Il Caffè Moresco nelle foto e nelle cartoline d’epoca
Riapre al grande pubblico il moderno Caffè Moresco; ripulito e riqualificato grazie all’impegno degli Alpini della Sezione di Vicenza.
L’evento tanto atteso accade nel grande parco cittadino, chiamato Campo Marzo, dove un tempo sorgeva un magnifico locale dall’architettura elegante e raffinata.
Ho pensato, quindi, in occasione della sua nuova e imminente apertura, a un articolo che racconti, seppur brevemente, la travagliata storia dell’edificio ricostruito all’imbocco del Viale Dalmazia.
Ad accompagnare i gioiosi momenti di festa popolare e i funesti eventi della seconda guerra mondiale, che portarono alla distruzione del Caffè Moresco, saranno una serie di rare fotografie e cartoline da collezione realizzate da famosi editori Vicentini.
Le immagini del Caffè Moresco (ndr Caffè Turco) pubblicate nel sito provengono tutte dalla collezione personale, mentre le informazioni contenute nel testo sono reperibili in vari volumi e pubblicazioni elencate a fine pagina, alla voce “bibliografia”.
Chi volesse approfondire le vicende dell’antico Caffè Turco, quindi l’attuale Caffè Moresco, provi a consultare il vasto Fondo Gonzati conservato presso la Biblioteca Civica Bertoliana, oppure, come alternativa, frequentare i mercatini dell’antiquariato e dell’usato, dove spesso è possibile rintracciare libri di architettura e di storia locale.
Le origini del Caffè Moresco a Vicenza
L’edificio, presente sul limitare del lungo viale alberato che attraversa Campo Marzo fino arrivare al ponte sul Retrone, risale al periodo della ricostruzione iniziata nel secondo dopo guerra, ma non conserva nulla del progetto originale.
Lo si evince osservando lo stile architettonico tipico degli anni Cinquanta e ripetuto anche in altri edifici come, ad esempio, la vicina stazione dei treni del 1948, ricostruita secondo il progetto dell’ingegnere Narducci.
Ma concentriamoci sull’antico Caffè Moresco, vero protagonista di questo articolo che spero possa soddisfare la curiosità del lettore.
Il progetto originario fu opera dell’architetto vicentino Giovanni Miglioranza (1798 – 1861) e spesso erroneamente attribuito al suo collega Bartolomeo Malacarne.
Quest’ultimo grande urbanista del panorama ottocentesco italiano – nonostante abbia partecipato in prima persona alla realizzazione di altri importanti interventi, come la costruzione del cimitero monumentale e il restauro di diversi edifici distribuiti nel territorio vicentino – non fu l’artefice del Caffè Moresco .
Probabilmente l’errore diffuso dai sostenitori di tale ipotesi è dovuto a… Uno scambio di personalità!
Bartolomeo Malacarne, infatti, provvide a tracciare il disegno del lungo viale dei platani (Viale Dalmazia) che attraversa Campo Marzo; si suppone, pertanto, che qualcuno abbia confuso le due opere o gli ideatori.
E non è tutto: seppur riconducibili al lungo periodo dell’occupazione austriaca, le due architetture furono realizzate in momenti e in occasioni diverse.
Il lungo Viale (ricordiamo essere del Malacarne) fu pensato e piantumato nel 1816 con Platanus Occidentalis – originario delle Americhe – per onorare l’arrivo a Vicenza dell’Imperatore Francesco I, mentre il Caffè Moresco (Caffè Turco sino al 1911 – anno di inizio della guerra italo-turca) fu progettato dal Miglioranza e inaugurato la sera del 14 luglio 1838.
Il Caffè Moresco nei ricordi e nelle testimonianze dei Vicentini
Ma come ricordano e ricordavano il Caffè Moresco quei vicentini vissuti nel periodo precedente ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, che inesorabilmente distrussero gran parte della città compreso lo storico locale?
Ho fatto alcune ricerche e in aiuto sono giunti i testi specialistici, le opere e le guide sulla città di Vicenza, che raccolgono informazioni sul parco cittadino.
Interessante è l’osservazione di Renato Cevese, che nel suo “Per Vicenza – 1945 – 2008” (Cierre Edizioni, 2009), testimonia la preferenza dei vicentini per la gustosa granatina dello scomparso Caffè Moresco.
Walter Stefani allarga le frequentazioni al gran Caffè in Campo Marzo citando la numerosa presenza dei forestieri, dei nobili e dei borghesi che amavano transitare a cavallo o addirittura in carrozza e consumare una densa cioccolata calda durante il periodo invernale.
Nelle immediate vicinanze, quasi a ridosso dei tavolini riservati alle consumazioni degli avventori, si teneva l’annuale fiera bovina accompagnata dal gran vociare degli allevatori, dai muggiti e… Dagli effluvi del bestiame.
Frequentare il Caffè Moresco durante i giorni di mercato degli animali non era quasi certamente una buona idea.
Emozionante, invece, doveva essere la domenica mattina, quando la banda municipale si riuniva di fronte all’ingresso del locale per esibirsi sopra il palco allestito per le grandi solennità.
Confronto impossibile
Che ne è stato del glorioso Caffè dalla raffinata architettura, ammirabile nelle foto e nelle cartoline d’epoca miracolosamente giunte sino ai nostri giorni?
L’amato e ricercato luogo d’incontro per turisti e Vicentini subì gravissimi danni sotto i bombardamenti aerei, che iniziarono il giorno di Natale 1943 e continuarono fino ad aprile 1945, lasciando in frammenti numerosi edifici cittadini.
Spariscono così le deliziose ed esili colonnine del Caffè Moresco, i suoi ricchi e variopinti decori, la bella e regolare modanatura, l’elaborata e delicata cornice posta sulla sommità della struttura.
In sostituzione alla leggiadra composizione artistica del Miglioranza e all’uso dei marmi e della pietra di Vicenza, si è provveduto alla costruzione di un fabbricato essenziale, squadrato, prevalentemente costituito da cemento e calcestruzzo.
Il bianco degli intonaci domina su gran parte della composizione e sul portico che apre in un largo spazio rettangolare, interrotto al centro da due colonne prive di capitello e di basamento.
Il Caffè Moresco, tuttavia, conserva nel tempo il luogo originario dell’edificio che lo ha preceduto; unica reminiscenza di un romantico passato.
Il Caffè Moresco incontra gli Alpini e torna in salute
Nonostante il confronto tra i due stili architettonici risulti impossibile proprio per la diversità dei progetti realizzati secondo i gusti del momento e dei materiali utilizzati, il Caffè Moresco ricorda il movimento minimalista che tanto ebbe successo negli anni successivi alla sua costruzione.
Ma quale futuro attende il luogo d’incontro e ristoro tanto amato dai vicentini?
Un futuro brillante grazie all’intervento dei tanti volontari della Sezione Alpini di Vicenza, che, dopo una lunga burocrazia e tante scartoffie, hanno ottenuto l’approvazione per la riqualificazione dei locali e degli ambienti esterni.
Provvedere al restauro non è stato semplice in quanto agli Alpini si è presentata una situazione di grave abbandono, precarietà, mancanza degli spogliatoi e delle strutture igieniche necessarie al personale.
Ma gli Alpini, com’è noto, non si arrendono di fronte alle difficoltà e hanno lavorato instancabilmente, con entusiasmo e pazienza: le virtù dei forti!
Così rinasce il Caffè Moresco dal fresco candore degli intonaci, dagli impianti idraulici ed elettrici a norma e dai confortevoli ambienti del piano superiore, già destinati alle riunioni del Consiglio Direttivo dell’Associazione Alpini della Sezione di Vicenza.
Al piano terra, invece, tornerà l’attività di ristorazione, ma questa volta la gestione verrà assegnata ad una nota catena aziendale specializzata in piatti dal carattere e dal gusto tipicamente “oltreoceano”.
Decorazioni, arredamento e suppellettili vari richiameranno lo stile degli anni cinquanta; stile ricordato con ironia e con un pizzico di nostalgia dalla famosissima serie televisiva Happy Days.
Grazie, quindi, al prezioso intervento di recupero dello stabile e all’insediamento degli Alpini e della nuova ristorazione marchiata “made in USA”, il moderno Caffè Moresco torna a brillare, restituendo alla città del Palladio un simbolo tanto caro ai vicentini.
Bibliografia
- Guida di Vicenza di Domenico Bortolan e Sebastiano Rumor, Tipografia Pontificia Vescovile San Giuseppe, 1919.
- Vicenza nella sua toponomastica stradale, Giambattista Giarolli, edizioni tipografiche Istituto San Gaetano – Vicenza, 1955 (prima edizione).
- Quattro passi in Campo Marzo, Giampaolo Vajenti – introduzione di Walter Stefani, ed. Caratti & Poletto/united Creative Group, dicembre 1994.