Il monumentale arco d’ingresso al Giardino Salvi

Sulle antiche origini del magnifico portale d’ingresso al Giardino Salvi serpeggiano dubbi.
Le notizie storiche diffuse in rete, infatti, non sempre sono veritiere e creano molta confusione.
Ho pensato, quindi, di riportare le notizie tramandate dagli studiosi del passato, restituendo loro il meritato tributo.
Cosa è stato fatto?
Prima di iniziare desidero spiegare i motivi che mi spingono alla pubblicazione di questo articolo, senza provocazione alcuna o sollevare inutili polemiche.
Vorrei, invece, fossero chiare queste poche righe affinché si trascurino miti e leggende sulla costruzione dell’arco d’ingresso al Giardino Salvi e dello scomparso Arco di Campo Marzo.
A tal proposito, si racconta spesso dell’arco nei quotidiani e nelle riviste dalle bellissime immagini di Vicenza del Novecento.
Barbieri, Cevese, Mantese, Peronato, Schiavo, Magagnato sono solo alcuni nomi di illustri vicentini che hanno contribuito alla diffusione dell’arte monumentale di Vicenza.
Mi è caro ricordare Walter Stefani, il quale, con l’amico Antonio Rossato, ha pubblicato diversi volumi fotografici e raccontato le vicende dell’Arco del Revese.

Un altro libro ricco di informazioni è: “Il Giardino Salvi di Vicenza”, edito dal Comune di Vicenza nel 2013 e curato dall’Associazione Civiltà del Verde.
Per conoscere i particolari è possibile richiederne una copia in Biblioteca Civica, andare a pagina 15 e dedicare tempo alla lettura del testo elaborato dalla professoressa Bernardetta Ricatti Tavone.
Se rinunciate al prestito perché preferite l’acquisto del libro, verificatene la disponibilità nei siti di vendita online o cercatelo tra i banchi dei mercatini dell’antiquariato.
Cosa si dice dell’arco d’ingresso al Giardino Salvi?
Non è chiaro come e quando sia nata la leggenda sulla ricostruzione dell’Arco di Campo Marzo lungo l’alta cancellata del parco che si affaccia sul viale della stazione.
Probabilmente lo stile simile allo scomparso Arco del Revese ha tratto in inganno qualche cronista che, ignorando le informazione storiche, ha confuso le architetture e datato l’origine del portale al dopo guerra.
Per saperne di più sull’arco scomparso, visita questa pagina.

Oggi, consultando la grande rete informatica che collega le persone in viaggio o residenti in luoghi lontani, si leggono spesso notizie non propriamente corrette.
Non si arrabbino quegli autori che pubblicano senza aver verificato l’autenticità delle informazioni.
Suggerisco sempre di confrontare il materiale recuperato con i preziosi testi che abbondano nelle librerie cittadine o negli archivi della Biblioteca Civica Bertoliana.
Osate chiedere o consultate i documenti conservati negli archivi di Stato e del Comune, oppure partecipate alle visite organizzate da preparate guide turistiche.